
PROGRESSISMO
Una pioniera della medicina di genere dice che “ci siamo sbagliati” sui bloccanti della pubertà
APPROFONDIMENTO | La dottoressa Susan Bradley, influente psichiatra e ricercatrice canadese, in una recente intervista ha espresso il suo rammarico per aver promosso i bloccanti della pubertà e il modello “affermativo“ di trattamento dei bambini con la disforia di genere. Dopo aver avviato una clinica pediatrica di genere nel 1975 e aver contribuito a creare le linee guida dell’American Psychiatric Association sull’identità di genere, ha dichiarato che il consenso medico prevalente è “sbagliato“ e che la questione è “complicata” per i pazienti.
Sui bloccanti della pubertà: “Non sono così reversibili come abbiamo sempre pensato“, ha detto la Bradley, ricordando che i farmaci disturbano la crescita delle ossa e causano sterilità. La ricerca, compresi alcuni studi condotti dalla Bradley, mostra anche che la maggior parte dei bambini può uscire completamente dalla disforia di genere, ma i bloccanti della pubertà li influenzano in modo preponderante verso trattamenti finalizzati alla transizione. Ciò ha confermato il suo sospetto di lunga data che “in realtà stavamo colludendo e non aiutando“ i bambini.
Sul rimpianto dei pazienti: la Bradley ha descritto i pazienti da lei curati che hanno lottato con la loro transizione, perseguendo sempre più trattamenti senza essere soddisfatti o abbandonando del tutto la transizione. “Ci sono moltissime persone che finiscono per sentire che questo non ha risolto i loro problemi con chi sono“, ha detto. L’autrice ritiene che molti individui, soprattutto bambini, cerchino di “accettarsi” attraverso la transizione.
Perché è importante: Nonostante l’aria di certezza morale che si respira tra i sostenitori dei transgender, i trattamenti di “conferma del genere” sono in gran parte sperimentali, e gli addetti ai lavori del settore medico come la Bradley lo hanno riconosciuto. Le prove degli effetti nocivi dei trattamenti per il cambio di sesso sui bambini continuano ad accumularsi; un informatore di una clinica di genere del Missouri li ha addirittura definiti “criminali”, scatenando un’indagine statale.
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