Perché Joe Biden ha pugnalato alle spalle i Democratici di Washington, D.C. – Washington Examiner

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Joe Biden non porrà il veto alla risoluzione approvata dai Repubblicani che annulla la legge debole sulla criminalità di Washington, DC, infliggendo un duro colpo ai Democratici

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NOTA: L’articolo che segue è la continuazione degli sviluppi della saga nei rapporti tra Distretto di Columbia (dove si trova Washington, DC e che gode di un certo grado di autogoverno) ed il Congresso americano (che secondo la Costituzione ha l’ultima parola su quello che decide l’amministrazione locale) sulla riforma penale di cui ha parlato Byron York in questo articolo

Joe Biden non porrà il veto ad una misura approvata dai Repubblicani che sta per passare anche al Senato e che annullerebbe una legge appena approvata dal Consiglio comunale di Washington, DC che revisiona il secolare codice penale del Distretto di Columbia e che ridurrebbe le pene per alcuni crimini, come ha dichiarato ai Democratici del Senato.

La decisione di non porre il veto alla legge rappresenta un duro colpo per i legislatori locali di Washington, DC che avevano esortato i colleghi Democratici del Congresso e Joe Biden in persona a votare contro il provvedimento per preservare l’autonomia decisionale a livello locale della città nei rapporti con il Congresso (in cui i Repubblicani hanno la maggioranza alla Camera). Biden ha comunicato la sua decisione ai Democratici del Senato durante il pranzo settimanale del Partito che si è tenuto all’inizio del mese, mentre la Camera alta del Congresso si prepara a votare il provvedimento già la prossima settimana.

La notizia è stata una sorpresa per alcuni legislatori distrettuali, perché Biden aveva precedentemente espresso la sua opposizione alla misura repubblicana di scavalcare l’autogoverno cittadino che voleva una riforma del codice penale della città.

“Per me è una novità”, ha dichiarato la deputata democratica Eleanor Norton. “Sono molto delusa”.

Anche altri Democratici del Congresso hanno espresso disappunto per la decisione di Biden, definendola una “sconfitta per le amministrazioni locali”.

“Non vorremmo che lo facessero anche a Baltimora. Non vorremmo che lo facessero per nessuna delle nostre giurisdizioni locali. Penso che dobbiamo rispettare la volontà del governo locale”, ha detto il senatore Ben Cardin (Democratico del Maryland). “Abbiamo il diritto di approvare leggi a livello nazionale, ma non di scavalcare le decisioni locali dei consigli. È una cosa per la quale i cittadini del Distretto condividono la responsabilità nei confronti del loro consiglio”.

Il Partito Repubblicano al Senato spera di forzare un voto già la prossima settimana, che sarà ovviamente a sfavore della riforma del Codice penale così come è stato aggiornato, riforma che ammorbidisce le pene per gli omicidi, le rapine e i furti d’auto, esponendo i Democratici all’accusa di essere “morbidi nei confronti del crimine” qualora decidessero di opporsi alla sua abrogazione. Il leader della maggioranza del Senato, Chuck Schumer, non è in grado di bloccare la misura nonostante i Democratici abbiano la maggioranza alla Camera alta, rendendo il voto una rara opportunità per il GOP di mettere i senatori degli Stati più competitivi al centro dell’attenzione sulla questione del contrasto alla criminalità dilagante.

Il disegno di legge ha infatti ottenuto il sostegno del senatore Joe Manchin (Democratico della Virginia Occidentale), garantendo così il suo passaggio al Senato, dove i Democratici hanno temporaneamente perso la maggioranza assoluta con le assenze dei senatori John Fetterman (Democratico della Pennsylvania) e Dianne Feinstein (Democratica della California). Entrambi sono attualmente assenti dalle aule del Senato per problemi di salute.

La decisione di Biden di non bloccare la misura apre la strada al Congresso per l’abbattimento della legislazione, che rappresenta la prima volta da tre decenni in cui il Congresso annulla una legge approvata dal consiglio cittadino del Distretto di Columbia. L’ultima volta fu nel 1991, quando il Congresso votò per abrogare una legge del Distretto che cercava di aumentare l’altezza massima degli edifici cittadini.

L’anno scorso, il Consiglio del Distretto di Columbia aveva approvato a stragrande maggioranza un disegno di legge che prevedeva una massiccia revisione del codice penale della città, completando un progetto a cui i legislatori distrettuali lavoravano da 16 anni. La riscrittura della legislazione ha cercato di eliminare e di ridurre le pene per alcuni reati, secondo le velleità di diversi legislatori che sostengono la teoria secondo cui le pene severe spesso non siano un deterrente per il crimine.

I Repubblicani del Congresso hanno criticato la riforma, sostenendo che la legge avrebbe reso il distretto vulnerabile alla criminalità violenta se si fossero ridotte le pene e “minacciando la sicurezza dei residenti e dei visitatori“, secondo quanto dichiarato dal rappresentante Andrew Clyde (Repubblicano della Georgia), che ha introdotto la risoluzione della Camera approvata questo mese con il sostegno di 31 Democratici.

La misura ha ravvivato le tensioni tra i Repubblicani del Congresso e i legislatori democratici locali del Distretto, che hanno denunciato la legislazione come un “tentativo di usare Washington, D.C. come un modo per segnare punti politici in vista di un ciclo elettorale cruciale”.

“Abbiamo un discorso politico nazionale molto divisivo in questo momento… dove i repubblicani e i democratici sulla scena nazionale cercano di segnare punti l’uno contro l’altro”, ha detto il procuratore generale di Washington, D.C. Brian Schwalb al Washington Examiner all’inizio di questa settimana. “Non si tratta della sicurezza pubblica del Distretto di Columbia. Si tratta di usare il Distretto di Columbia come una pedina in un gioco politico nazionale”.

In qualità di principale responsabile dell’applicazione delle leggi distrettuali, Schwalb ha sostenuto che i tentativi della Camera di rovesciare il codice penale aggiornato “disturbino il processo democratico” della città previsto dall’Home Rule Act.

L’Home Rule Act consente a Washington D.C. di operare come un governo cittadino indipendente, nonostante non sia uno Stato. L’unica avvertenza è che tutte le leggi della città sono soggette all’approvazione del Congresso prima di essere promulgate – il che a volte provoca una ‘resa dei conti’ tra il Congresso e i legislatori locali.

Il Senato è pronto a votare la legge già la prossima settimana, per poi inviarla alla scrivania nello studio ovale.


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