La Corte Suprema esamina un caso sulle Big Tech che potrebbe cambiare internet – Upward News

CORTE SUPREMA

La Corte Suprema esamina un caso sulle Big Tech che potrebbe cambiare internet

APPROFONDIMENTO | La Corte Suprema sta esaminando il caso “Gonzalez vs. Google“, in cui la famiglia di una giovane donna uccisa in un attentato dell’ISIS vuole che Google, la società madre di YouTube, sia ritenuta responsabile della sua morte: l’algoritmo di YouTube avrebbe infatti consigliato i video di propaganda dell’ISIS usati per reclutare i membri per compiere l’attacco.

Si tratta della Sezione 230: Nel 1996 è stata approvata la “Sezione 230” del Communications Decency Act che protegge i provider di Internet e le aziende tecnologiche dall’essere ritenuti responsabili per i contenuti degli utenti ospitati sulle loro piattaforme. Inoltre, consente alle piattaforme di censurare impunemente. La Corte Suprema deciderà se gli algoritmi utilizzati per raccomandare contenuti agli utenti rientrano in queste tutele. Google sostiene che se gli algoritmi non saranno legalmente protetti, le piattaforme saranno incentivate a rimuovere i contenuti più controversi per evitare di essere citate in giudizio.

Il paradosso: entrambi gli schieramenti hanno spinto per l’abrogazione o la riforma della “Sezione 230” con aspettative opposte. I Repubblicani, colpiti in modo sproporzionato dalla censura, vogliono una riforma che impedisca alle piattaforme di moderare i contenuti a loro piacimento. I Democratici, che si sono battuti per una maggiore censura nella lotta alla “disinformazione”, vogliono che sia abrogata in modo che queste aziende debbano censurare le opinioni che il governo ritiene pericolose o essere ritenute responsabili per aver lasciato spazio ai discorsi d’odio.

Problemi sulla libertà di parola: I giudici hanno espresso il timore che la modifica o l’abrogazione delle protezioni della “Sezione 230” possano alterare un delicato equilibrio su Internet e portare ad un’ondata di cause legali. Se le aziende tecnologiche risponderanno all’abrogazione della “Sezione 230” cancellando tutti i contenuti controversi dalle loro piattaforme anche solo se “sospetti”, ciò potrebbe limitare la libertà di parola e la diversità di pensiero su Internet. In definitiva, non è chiaro quale sarebbe l’impatto che si scaturirebbe dall’abrogazione della “Sezione 230” su Internet.


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