‘Avatar: la via dell’acqua’ è un film a favore della famiglia, e nel miglior modo possibile – The Federalist

OPINIONE

Come la via dell’acqua “non ha inizio né fine”, così anche l’amore all’interno della famiglia

Tratto e tradotto da un articolo di Jordan Boyd per The Federalist

A più di 13 anni dall’uscita del film originaleAvatar“, il sequel “Avatar: la via dell’acquasta facendo la storia al botteghino. Il motivo più convincente per tornare su Pandora non sono solo le splendide immagini del film, i nuovi personaggi e la trama drammatica. È il bellissimo messaggio a favore della famiglia che si intreccia con la trama del film.

⚠️ ALLERTA, SPOILER in arrivo (per chi non ha visto ancora il film) ⚠️

“La via dell’acqua” riprende la storia quasi due decenni dopo la conclusione del primo film. Jake e Neytiri stanno crescendo quattro bellissimi bambini nelle foreste di Pandora e sono felici.

Neteyam, il figlio maggiore della coppia, è sulla buona strada per ereditare la posizione di comando del padre. Kiri, adottata da Jake e Neytiri dopo essere nata da un clone Na’vi della dottoressa Grace Augustine, è curiosa, spirituale ed attenta. Lo’ak, il figlio più giovane, è avventuroso fino al midollo. Tuktirey, la figlia più giovane della famiglia Sully, è giocherellona e segue religiosamente la famiglia.

Nella maggior parte della vita quotidiana della famiglia Sully è presente anche Miles “Spider” Socorro, il figlio umano del nemico numero 1, il Colonnello Quaritch. All’inizio, Spider viene definito da Jake come un “gatto randagio” per la sua costante presenza tra i Na’vi. Alla fine del film, tuttavia, Jake chiama Spider “figlio”.

All’inizio del film, “la felicità è semplice” per gli affiatati Sully e PER la loro comunità DI Na’vi. “I Sully restano uniti”, recita regolarmente la famiglia.

La felicità, tuttavia, svanisce rapidamente quando il “popolo del cielo” ritorna su Pandora con la speranza di stabilire in modo permanente una metropoli che possa ospitare la popolazione della Terra in via di estinzione.

Le sfumature politiche del film non sfuggono al pubblico. Il regista James Cameron, che si è autoproclamato “abbracciatore di alberi“, non è timido riguardo ai messaggi che cerca di inviare attraverso la storia di un governo americano dal grilletto facile che muove guerra a popolazioni straniere per assicurarsi risorse e terre più lucrose.

Tuttavia, se si riesce a guardare oltre la narrazione anti-colonizzatrice e “salva pianeta” di James Cameron, si troverà un film che scalda il cuore e che sorprendentemente rafforza la forza del matrimonio e della famiglia tradizionale.

Un capo famiglia forte

Il messaggio pro-famiglia deLa via dell’acqua” non sarebbe stato possibile senza il protagonista Jake Sully come capofamiglia forte.

Jake non solo si fa in quattro per guidare la sua tribù, ma si impegna anche per guidare la sua famiglia, amare sua moglie, insegnare e disciplinare i propri figli, soprattutto l’ingenuo figlio Lo’ak.

Un padre protegge. È ciò che gli dà un senso“, dice Jake.

Forse l’aspetto più sottovalutato di “La via dell’acqua” a favore della famiglia è il modo in cui evidenzia le gioie dell’essere donna e moglie. A prescindere dalle terribili circostanze che affliggono il popolo di Pandora, la gravidanza, il parto e la maternità vengono celebrati.

A dire il vero, l’impressionante leadership di Jake è possibile solo grazie all’aiuto della fedele moglie Neytiri, che lo sostiene anche quando ha dei dubbi. Nutre, insegna ed ascolta bene i propri figli. Quando la sua famiglia è in pericolo, Neytiri, proprio come Jake, fa tutto il possibile per riportarli in salvo.

Il sacrificio è fondamentale

La nostra società è dominata dalla richiesta di “amore per se stessi” e maledetta dalla tendenza a tagliare i legami per futili motivi. “La via dell’acqua“, al contrario, promuove ilmorire da se stessia favore della conservazione dei rapporti anche con i membri più difficili della famiglia.

Ciò è particolarmente evidente all’inizio, quando Jake sacrifica la sua posizione di leader ed il suo orgoglio per trasferire la sua famiglia in un ambiente più sicuro, lontano dalle grinfie del Colonnello Quaritch e dei suoi scagnozzi. Non si tratta di una decisione egoistica. È stato un cambiamento necessario e difficile per distogliere l’attenzione del nemico dal popolo dei Na’vi.

In seguito, quando la nuova vita oceanica della famiglia Sully con la tribù dei Metkayina viene scoperta e i bambini vengono presi in ostaggio, Jake accetta di barattare la sua vita per la liberazione dei suoi figli.

Jake non è l’unico ad aver rinunciato ai suoi desideri per un bene superiore. Per rispettare la decisione del marito di proteggere la loro famiglia, Neytiri si lascia alle spalle l’unica terra e l’unico popolo che abbia mai conosciuto con poche proteste verbali. I suoi figli, allo stesso modo, abbandonano i loro beni, la loro posizione sociale ed i loro amici – compreso Spider che è stato catturato – per salvare la loro famiglia.

Neteyam, in particolare, sacrifica ripetutamente la sua buona reputazione con i genitori per coprire la sconsideratezza del fratello minore Lo’ak. Alla fine, Neteyam muore per una ferita da arma da fuoco che si è procurato mentre cercava disinteressatamente di salvare Spider dalle grinfie dei nemici umani di Pandora.

Nel colpo di scena forse più sorprendente e sacrificale di tutti, Spider mette da parte la rabbia e l’amarezza per i peccati commessi dal Colonnello Quaritch contro i Na’vi per salvare il clone di suo padre. Alla fine del film i due sono tutt’altro che riconciliati, ma la decisione di Spider di salvare l’antagonista da una nave in fiamme e che affonda ribadisce il messaggio che il sangue è più denso dell’acqua.

Coltivare un matrimonio e una famiglia che sia sana non è facile, e l’ultimo capitolo di “Avatar” non ha indorato le tensioni coniugali, i litigi tra fratelli e le sfide della vita che possono mettere a dura prova relazioni come quella dei Sully. Ma queste prove dimostrano che restare uniti approfondisce i legami familiari, favorisce la resilienza e costruisce la fede.

Così come la via dell’acqua “non ha inizio né fine”, anche l’amore all’interno di una famiglia non ha fine.

Jordan Boyd è redattrice presso The Federalist e co-produttrice di The Federalist Radio Hour. Il suo articoli vengono pubblicati anche su The Daily Wire e Fox News. Si è laureata alla Baylor University dove si è specializzata in scienze politiche e in giornalismo.


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